Alla Mostra del Cinema arriva il fenomeno Chiara Ferragni
"Scusa mi fai passare avanti, devo chiederle un'autografo per un'amica in Giappone".
Sto aspettando Chiara Ferragni.
Si'. Sto proprio aspettando che passi Chiara Ferragni
La cosa non era in agenda, ma il Photocall e' stato anticipato all'ultimo, scombinando i programmi a molti, e quindi sono qui a caccia di uno scatto buono.
Aspetto e intanto osservo.
Sul bordo della transenna ci sono mani con le unghie laccate che reggono pennarelli, copertine di riviste patinate ma soprattutto telefoni cellulari a caccia di un selfie con la "influencer". Chissà cosa significa per quelle mani. Significa conservare la foto con il proprio idolo, poterla mostrare agli amici o forse tentare di raccogliere molti "like" per proprietà transitiva?
"Per me Chiara Ferragni e' un mito. Ha costruito tutto questo con le sue capacità", "e' arrivata a diciassette virgola due milioni di followers!" Continuo ad osservare sempre più incuriosito. Quando arriva e' letteralmente sommersa da braccia sollevate e smartphones. Si avvicina, firma autografi. Ringrazia con cortesia, sempre sorridente.
Osservo ma non riesco ad esprimere un giudizio sul personaggio. La scena e' simile a quella che si potrebbe vedere per un calciatore o un personaggio TV. E' lo specchio della nostra epoca, e forse è il sistema generale su cui andrebbe fatta una riflessione..
"Chiara, un autografo per mia figlia!" grida una signora". E lei sorride e si concede.
A tempo scaduto, si allontana qualche metro dalla transenna, saluta con un cenno della mano e rapidamente come era comparsa, sparisce nell'automobile che l'aspettava.
Sto andandomene quando intercetto stralci di una videochiamata col Giappone. "Missione compiuta! Devo raccontarti tutto!"